La ragazza vorrebbe fermare il treno, ogni volta che il buio delle gallerie si concede, per un istante, al movimento rapido del mare. Sono frazioni di secondo, strette tra Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza, Monterosso, e poi Levanto, Bonassola, Framura, sempre più a ovest, fino a Sestri Levante, che segna il confine del suo essere inquieto. Lei pensa a Novecento, alle passioni di Bernardo Bertolucci, allo stupore dei braccianti affacciati sul mare, liberi per la prima volta di innamorarsi delle onde. Le stesse bandiere rosse, cento anni dopo, e Genova che aspetta. I colori si mescolano negli occhi che inseguono un arrivo prolungato all'infinito e incerto come il ritorno che verrà, a chiudere tre giorni di manifestazioni e impegno e, forse, a inaugurare una stagione. Una sosta, un'altra ancora, dopo le tante che hanno spezzato la notte in cento parti e innervosito questo viaggio verso un mondo che si è barricato dentro. Un mondo alieno, in divisa anche nei giorni di festa, seduto a tavola dal lato di chi conta, ridotto a cambiar stanza dopo sera, come un qualsiasi clandestino.
Stefano Tassinari,
I segni sulla pelle, Marco Tropea Editore, giugno 2003
(
I segni sulla pelle, 2003)
Letto nel 2003