31 maggio 2023

Un ponte tra le stelle

La ruota sfolgorante del sole aveva superato l'apogeo del suo viaggio attraverso il cielo. Stava scendendo verso il tramonto, sulla mesa incombente, quando il cavaliere si fermò ad abbeverare, a una sorgente che scaturiva dalla roccia, il suo pony esausto, e la polvere rossa del deserto si era rappresa sul suo corpo, dandogli un nuovo mantello.

Jack Williamson, James Edwin Gunn, Un ponte tra le stelle, traduzione di Ugo Malaguti, Slan Libra n. 1, Libra Editrice, dicembre 1977
(Star Bridge, 1955)
Letto il 22 marzo 1986



Copertina di Allison

30 maggio 2023

Le nuvole non chiedono permesso

Finalmente sono a Santiago del Cile! Da qui inizia il mio lungo viaggio attraverso le due Americhe: dalla Patagonia all'Alaska con uno zaino in spalla.
Mi prenderò tutto il tempo che sarà necessario e non cercherò scorciatoie. Niente aereo, insomma: resterò sempre con i piedi per terra. Come la gente di qui, mi permetterò solo la corriera: il massimo del lusso.

Tito Barbini, Le nuvole non chiedono permesso, Edizioni Polistampa, gennaio 2007
(Le nuvole non chiedono permesso, 2007)
Letto nel 2007



Copertina di Tito Barbini

29 maggio 2023

Miliardi di tappeti di capelli

Nodo dopo nodo, giorno dopo giorno, per tutta la vita, faceva incessantemente sempre gli stessi movimenti della mano, annodava sempre gli stessi sottili capelli. Nel corso del tempo, erano talmente fini ed esigui da far diventare le dita sempre più tremolanti e gli occhi sempre più deboli per la fatica. I progressi del lavoro erano a malapena visibili. In una giornata, quando procedeva di buona lena, nasceva un nuovo lembo di tappeto. Forse, grande quanto l'unghia di un dito. Così, si rannicchiò di fronte allo scricchiolante telaio a cui era già stato seduto il padre, e prima il padre del padre, nella medesima posa curva, con la vecchia lente d'ingrandimento mezza sporca davanti agli occhi, le braccia sostenute dalla tavola consumata e premuta sul petto utile per dirigere gli aghi con la punta delle dita. Stringeva nodo dopo nodo, nella maniera tradizionale tramandatagli da generazioni e generazioni, fino a quando non entrò nella piacevole condizione della trance; la schiena smise di fargli male e non sentiva più la vecchiaia che nel frattempo gli si era infiltrata nelle ossa. Mentre il vento lambiva senza fine il tetto e s'infilava nelle finestre aperte, ascoltava i diversi rumori della casa costruita dal nonno del bisavolo: gli giungevano i suoni del battere delle stoviglie, delle conversazioni tra donne e figlie nella cucina dabbasso.

Andreas Eschbach, Miliardi di tappeti di capelli, traduzione di Robin Benatti, Solaria n. 13, Fanucci Editore, gennaio 2001
(Die Haarteppichknüpfer, 1995)
Letto nel gennaio 2001



Copertina di Franca Vitali

28 maggio 2023

Le arti a Vienna - dalla Secessione alla caduta dell'impero asburgico

Nella primavera del 1984 Venezia celebra Vienna, negli anni tra il 1897 e il 1918 che la videro, arrivata un po' in ritardo sull'orizzonte dell'arte moderna, frasi crogliuolo di ogni sorta di esperienze di ricerca e offrire al mondo una immagine sintetica, di incredibile intensità, di ciò che il nsotro secolo avrebbe prodotto nelle oscillazioni del suo ritmo vitale.

Maria Marchetti, Le arti a Vienna - dalla Secessione alla caduta dell'impero asburgico, Mazzotta, maggio 1984
(Le arti a Vienna - dalla Secessione alla caduta dell'impero asburgico, 1984)
Letto il 20 maggio 1984



Copertina di Gustav Klimt, Diesen Kuss der ganzen Welt, 1902

27 maggio 2023

Gerbert - Il tempo del ritorno

L'abate scese dal mulo davanti alla capanna del capraio. Il fratello che lo accompagnava nella consueta ispezione mensile ai poderi del convento lo aiutò a smontare e gli porse il rotolo gualcito di pergamena in cui erano annotate le corveés e le quote.

Paolo Rossi, Gerbert - Il tempo del ritorno, Edizioni ETS, novembre 2008
(Gerbert - Il tempo del ritorno, 2008)
Letto nel 2009


26 maggio 2023

24 per 3

- Cinque Giorni?
Ho solo chiesto, rientrando in camera da letto, chi stava vincendo. Lui mi dice di sdriarmi. Dice che la domanda è comprensibile, ma non è quella giusta. Oggi è venerdi, la partita è iniziata solo da due ore e proseguirà fino a martedì sera, e in questo momento è impossibile dire chi sta vincendo. L'Inghilterra però, nonostante il problema degli infortuni, sta andando bene. Mi chiede se preferirei fare l'amore per novanta minuti o per cinque giorni.

Charles Boyle (come Jennie Walker), 24 per 3, traduzione di Emilia Sala, Arcipelago Einaudi n.157, Einaudi, gennaio 2010
(24 for 3, 2008)
Letto nel 2010



Copertina di David Mann

25 maggio 2023

Cosmetici e veleni

Non c'era mai stato un giorno di calma alla Campaign Consultants; e anche quello non prometteva niente di buono.
Alle dieci e trenta il giovane Thornhill entrò nel mio ufficio; come al solito era un po' troppo compassato e reverente, ma questa volta la sua riservatezza aveva evidentemente subito uan scossa. L'espressione seria del suo volto pallido, normalmente calmo, sembrava nascondere eccitamento, piacere e interesse, che si avvertivano anche nel tono pacato della voce.

Kenneth Fearing, Cosmetici e veleni, traduzione di Glauco De Rossi, Il Giallo Mondadori n. 1418, Mondadori, marzo 2019
(The Generous Hearth, 1954)
Letto nel marzo 2019



Copertina di Carlo Jacono

24 maggio 2023

Venezia Sketch Tour


Simone Delladio, Dario Grillotti, Andrea Longhi, Sara Menetti, Laura Spianelli, Venezia Sketch Tour, Kleiner Flug, settembre 2013
(Venezia Sketch Tour, 2013)
Letto l'11 maggio 2014



Copertina di Andrea Longhi

23 maggio 2023

Oceano mare

Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.

Alessandro Baricco, Oceano mare, Rizzoli, 1996
(Oceano mare, 1993)
Letto nel 1996



Copertina di James McNeill Whistler, Blue and Silver: Chopping Channel

22 maggio 2023

La chimera

Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 1590, giorno di Sant'Antonio abate, mani ignote deposero sul torno cioè sulla grande ruota di legno che si trovava all'ingresso della Casa di Carità di San Michele fuori le mura, a Novara, un neonato di sesso femminile, scuro d'occhi, di pelle e di capelli: per i gusti dell'epoca, quasi un mostro. L'inverno era gelido, il mostro era avvolto in un brandello di coperta senz'altri indumenti specifici che gli riparassero le mani e i piedi e sarebbe certamente morto se una bayla (balia) in servizio temporaneo presso la Casa di Carità, tale Giuditta Cominoli da Oleggio, non avesse compreso, dall'abbaiare dei cani e da altri indizi, che qualcuno si era avvicinato al torno e non si fosse alzata dal letto per andare a vedere, sfidando il freddo polare di quella notte senza luna; se non avesse suonato la campana che obbligava le inservienti della Casa ad alzarsi: attirandosi ogni genere di improperi, càncari, malemorti ed altre cortesie. Il mostro visse. Venne battezzato due giorni dopo il suo ritrovamento (era domenica) nella chiesetta medioevale di San Michele, annessa alla Pia Casa, e si chiamò Antonia Renata Giuditta Spagnolini: Antonia, perchè qualunque fosse stato il giorno in cui realmente aveva visto la luce , era rinata (Renata) sopra il torno il 17 gennaio, Sant'Antonio; Giuditta, in ricordo della bayla che l'aveva salvata dalla morte per assideramento, e che s'era presa cura di lei; Spagnoli, infine, perchè il colore nero dei suoi occhi e la pelle scura aveva fatto pensare ad una diretta discendenza da qualcuno dei non pochi ufficiali e soldati spagnoli che costituivano la guarnigione di Novara e che abitavano al castello compreso dentro la cinta dei bastioni, a sud della città.

Sebastiano Vassalli, La chimera, ET Scrittori n. 93, Einaudi, 2014
(La chimera, 1990)
Letto il 26 maggio 2014



Copertina di Giuliano Della Casa, Il merlo della Pomposa, 1984

21 maggio 2023

Trippa e trippai a Firenze - un'antica storia

La città di Firenze oltre alla sua grande storia ed al suo immenso patrimonio artistico conserva anche alcune tradizioni popolari ben radicate.
Una di queste è la trippa e il lampredotto o, come generalmente si usa dire, le frattaglie. Questa tradizione è molto sentita dai fiorentini anche se nel tempo si è trasformata. Certo la trippa non è solo un alimento fiorentino ma insieme al suo fedele compagno, il lampredotto, è diventata un simbolo che va oltre gli aspetti di cucina e ormai identifica la città di Firenze.

Luca Giannelli, Trippa e trippai a Firenze - un'antica storia, Scramasax Ideazioni, aprile 2015
(Trippa e trippai a Firenze - un'antica storia, 2015)
Letto il 10 ottobre 2015


20 maggio 2023

La pelle dell'orso

Domenico si sfiorò delicatamente la guancia destra con il palmo della mano, attento a non calcare sul livido dove erano rimaste le impronte di alcune grosse dita. Si rese conto che col passare delle ore il dolore del giorno prima si stava trasformando in un prurito pungente, segno che anche quella volta il peggio era passato. Le occasioni di prendersi altre svèrgole come quella però erano sempre dietro l’angolo, così come il rischio ben più grave di imbattersi in quell’orso terribile di cui tutti parlavano e che ormai da quelle parti era diventato una leggenda. Ma lui non aveva paura, e anche se tutti gli sconsigliavano di andare al torrente da solo, lui continuava a farlo lo stesso.

Matteo Righetto, La pelle dell'orso, Narratori della Fenice, Guanda, luglio 2015
(La pelle dell'orso, 2013)
Letto il 31 agosto 2016



Copertina di Guido Scarabottolo

19 maggio 2023

La magnifica illusione - Giorgio Gaber e gli anni '70

Vi sono circostanze, fatti ed episodi destinati a passare inosservati, e altri a cambiare per sempre il destino di migliaia, di milioni di persone. Questo vale per la storia con la “esse” maiuscola, ma vale anche per il mondo delle canzonette. Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967 il cantautore Luigi Tenco, qualche ora dopo la sua eliminazione dal Festival di Sanremo, si uccide con un colpo di pistola. Nulla, per i colleghi, il pubblico, gli imprenditori e gli operatori dei settori discografico e musicale, sarà più come prima. Ancora oggi, a più di quarant’anni di distanza, circolano congetture e ipotesi alternative al suicidio, ma nessuno è mai riuscito a darvi concretezza. Gli infiniti sospetti sulla fine di Tenco dicono, a loro modo, di quanto quell’evento abbia toccato alcune corde sensibili e susciti domande e inquietudini ancora a tanto tempo di distanza; di quanto abbia segnato un punto di non ritorno. Uno dei principali esponenti della canzone impegnata partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo, ed esce stritolato da una competizione in cui, non a caso, vengono generalmente celebrati, riconosciuti e premiati i cantanti più commerciali, meglio se aiutati da qualche raccomandazione del potente di turno o della casa discografica di appartenenza. La fine di Tenco viene inevitabilmente letta, dal pubblico e anche dal mondo del disco, come conseguenza dello scontro frontale tra il Mercato e l’Impegno. Il suicidio del cantautore di origini piemontesi è così destinato a diventare una potente metafora, e al contempo un catalizzatore. Esso capta intuizioni, immagini e suggestioni che appartengono al passato, e ne sprigiona altre, destinate a loro volta a essere assorbite, riflesse e amplificate.

Nando Mainardi, La magnifica illusione - Giorgio Gaber e gli anni '70, Volo Libero Edizioni, 2016
(La magnifica illusione - Giorgio Gaber e gli anni '70, 2016)
Letto nel 2016


18 maggio 2023

I pascoli del cielo

Quando, nel 1776, si costruiva la sede per la Missione Carmelitana dell’Alta California, un gruppo di venti convertiti indiani abbandonavano una notte la religione e le capanne loro. Questo piccolo scisma, oltre a costituire un cattivo precedente, comprometteva il corso dei lavori nelle cave dove veniva preparato l’impasto di argilla per i mattoni.

John Steinbeck, I pascoli del cielo, traduzione di Elio Vittorini, Bompiani, 2011
(The Pastores of Heaven, 1932)
Letto il 30 gennaio 2012



Copertina di Edward Hopper, Jenness House Looking North, 1934

17 maggio 2023

Middlesex

Sono nato due volte: bambina, la prima, un giorno di gennaio del 1960 in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell'agosto 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan. Non è impossibile che un lettore specializzato abbia letto notizie sul mio conto nello studio del dottor Peter Luce, Gender Identity in 5-Alpha-Reductase Pseudohermaphrodites pubblicato nel 1975 dal "Journal of Endocrinology". Oppure potrete aver visto la mia fotografia pubblicata nel capitolo sedici di Genetics and Heredity, un testo ormai tristemente obsoleto. Sono io la ragazza nuda in piedi accanto ad un'asta graduata per misurare l'altezza a pagina 578, gli occhi nascosti da una striscia nera.

Jeffrey Eugenides, Middlesex, traduzione di Katia Bagnoli, Oscar, Mondadori, 2013
(Middlesex, 2002)



In copertina fotografia di Karen Yamauchi

16 maggio 2023

Miele

Mi chiamo Serena Frome (che fa rima con plume) e poco meno di quarant’anni fa mi mandarono in missione segreta per il British Security Service. Non ne sono tornata illesa. Mi scaricarono nel giro di diciotto mesi, dopo che ebbi screditato me e distrutto il mio amante, che pure non fu estraneo alla propria rovina.

Ian McEwan, Miele, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi, 2012
(Sweet Tooth, 2012)
Letto nel 2012



In copertina fotografia di Chris Frazer Smith

15 maggio 2023

Trattato di funambolismo


Chi cammina, danza o volteggia
su una corda a qualche metro da terra non è un funambolo.
Che il suo filo sia teso, lento, molleggiato
o completamente libero, che egli lavori con o senza bilanciere,
viene chiamato ballerino sulla corda.

Chi impiega nello stesso modo
un filo sottile di ottone o d'acciaio
diventa filferrista.

Resta chi fa uno spettacolo che è simile a un gioco d'azzardo.
Chi è fiero della propria paura.
Osa tendere cavi su precipizi,
si lancia all'assalto di campanili,
allontana e unisce le montagne.

Il suo cavo d'acciaio, la sua corda, devono essere tesi all'estremo.
Egli si serve d'un bilanciere per le grandi traversate.
E’ il ladro del Medioevo,
l'Ascensionista del secolo di Blondin,
il Funambolo.


Philippe Petit, Trattato di funambolismo, traduzione di Danilo Bramati, Ponte alle Grazie, dicembre 2009
(Traité du funambulisme, 1985)
Letto l'11 gennaio 2010



Copertina di Andrea Balconi

14 maggio 2023

Kafka sulla spiaggia

- E così il denaro sei riuscito a trovarlo? - chiede il ragazzo chiamato Corvo. Il modo di parlare è il solito, un po' strascicato. Come di uno che si è appena svegliato dopo una lunga dormita e ha i muscoli della bocca ancora intorpiditi. Ma il suo è solo un atteggiamento: in realtà è perfettamente sveglio. Come sempre.
Io annuisco.
- Quanto?
Rifaccio un'altra volta il calcolo a mente, quindi rispondo: - Circa quattrocentomila yen in contanti. Poi c'è ancora qualcosa che posso prelevare con la carta. Naturalmente non credo che basti, ma almeno per ora dovrei farcela.

Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia, traduzione di Giorgio Amitrano, Einaudi, 2008
(海辺のカフカ Umibe no Kafuka, 2002)
Letto nel 2008



Copertina di Michele Salmieri

13 maggio 2023

Le balene lo sanno

Si chiamava Black Warrior. Era una nave baleniera varata nei cantieri di Duxbury, Massachusetts, nel 1825. Per oltre un quarto di secolo aveva massacrato cetacei nel Pacifico e nell'Oceano Indiano. Infine, nel 1858, era stata acquistata da un armatore di Honolulu e il nuovo equipaggio aveva fatto rotta verso sud, nella California ancora messicana, dopo la guerra d'invasione statunitense del '47. Il capitano sapeva che nella smisurata baia tra il deserto del Vizcaíno a est e l'Isla Cedros a ovest si apriva una vasta laguna protetta dove migliaia di balene grigie convergevano dai mari artici per partorire e accoppiarsi.

Pino Cacucci, Le balene lo sanno, Traveller, Feltrinelli, aprile 2009
(Le balene lo sanno, 2009)
Letto nel 2009


12 maggio 2023

Rughe


Paco Roca, Rughe, traduzione di Alessandro Papa, Prospero Books n. 63, Tunué, aprile 2016
(Rides, 2007)
Letto nel 2016



Copertina di Paco Roca

11 maggio 2023

Gödel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante

Federico il Grande, re di Prussia, salì al trono nel 1740. La storia lo ricorda soprattutto per la sua abilità militare, ma egli partecipava anche intensamente alle attività culturali e artistiche del suo tempo. La sua corte di Potsdam era uno dei grandi centri della vita intellettuale europea del Settecento. Il famoso matematico Leonhard Eulero vi trascorse venticinque anni; vi soggiornarono molti altri matematici e scienziati, nonche filosofi tra i quali Voltaire e La Mettrie, che scrissero lì alcune delle loro opere più importanti.

Douglas Richard Hofstadter, Gödel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante, traduzione di Giuseppe Trautteur, Barbara Veit, Bruno Garofalo, Giuseppe Longo e Settimo Termini, Biblioteca Scientifica n. 6, Adelphi, ottobre 1984
(Gödel, Escher, Bach: an Eternal Golden Braid, 1979)
Letto il 27 gennaio 1985


10 maggio 2023

Il manifesto dei cosmonisti

Il sole, a nord, era basso sull'orizzonte della foresta. Il tremolante disco scarlatto si rifletteva sull'acqua, scomposto in larghe pennellate rosse che galleggiavano sulla superficie fluida. Seduto sulla riva, lasciai scorrere via la tristezza dal corpo. Nell'aria aleggiava l'odore greve del fango e della vegetazione di luglio. Era mezzanotte e un quarto e il silenzio regnava assoluto: niente vento, neanche un fruscio nel fogliame degli ontani. Solo l'impetuoso scorrere del fiume, migliaia di tonnellate d'acqua che s'inoltravano nelle vaste foreste, un dorso liquido nell'eternità. Si sarebbe potuto starlo a guardare all'infinito. Per quanto in perenne divenire, era sempre lo stesso fiume, esattamente come il fuoco. Il fuoco da campo dell'umanità: milioni di anni d'amicizia.

Mikael Niemi, Il manifesto dei cosmonisti, traduzione di Laura Cangemi, Iperborea, aprile 2007
(Svålhålet, 2004)
Letto nel 2007


9 maggio 2023

Moby Dick o la balena

Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola.Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c'è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l'altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l'oceano.

Herman Melville, Moby Dick o la balena, traduzione di Cesare Pavese, Biblioteca Adelphi n. 185, Adelphi, novembre 1987
(Moby Dick or the Whale, 1851)
Letto il 12 dicembre 1987



Copertina di Joseph Mallord William Turner, The Whale, 1845

8 maggio 2023

La torta in cielo

Una mattina d'aprile verso le sei, al Trullo, i passanti che attendevano il primo autobus per il centro, alzando gli occhi a studiare il tempo, videro il cielo della loro borgata quasi interamente occupato da un enorme oggetto circolare di colore oscuro, che se ne stava al posto delle nuvole, immobile, a un migliaio di metri sopra il livello dei tetti. Ci fu qualche: «Oh» qualche: «Ah» poi si udì un grido:
- Li marziani!

Gianni Rodari, La torta in cielo, Einaudi ragazzi Storie e Rime n. 7, Einaudi, marzo 1999
(La torta in cielo, 1964)



Copertina di Francesco Altan

7 maggio 2023

La morte aveva due figli

Solo il giorno prima aveva deciso di trasferirsi nell'appartamento di un'amica, situato proprio di fronte all'ospedale. Quando aprì la porta con la lunga chiave subito lo colpì l'aspetto spoglio ma confortante della sua nuova dimora. Le pareti erano state imbiancate da poco, ma per il resto le due stanze davano un'idea di trascuratezza e di impersonalità che non gli dispiacque. Il disegno a fiori delle tende faceva a pugni con quello del copriletto e, sotto il tavolino del ripiano di vetro, gli orli del piccolo tappeto erano sollevati. Posò la valigia sul letto e vi si sedette accanto; soprappensiero scarabocchiò col dito il proprio nome sul vetro polveroso del tavolino. La seconda stanza, del tutto priva di mobili, aveva una grande finestra che dava sulla strada. Si tolse i sandali, osservò lo sporco tra le dita dei piedi e appese alla maniglia della porta la camicia d'un azzurro scolorito.

Yael Dayan, La morte aveva due figli, traduzione di Barbara Besi Ellena, Garzanti, gennaio 1969
(Death Had Two Sons, 1967)



Copertina di Fulvio Bianconi

6 maggio 2023

La spiaggia del lupo

La bella Angela non era bella. Ma tutti dicevano ch’era bella, quando parlavano di lei. Non era un giudizio, era un’abitudine, dei ragazzi prima, degli uomini poi; dalle donne accolto malvolentieri o discusso, poiché le donne, in fatto di bellezza femminile altrui, usano canoni accademici di giudizio che ai maschi non interessano.

Gina Lagorio, La spiaggia del lupo, Clud egli Editori, dicembre 1977
(La spiaggia del lupo, 1977)
Letto nel 1978



Copertina di Giovanni Mulazzani

5 maggio 2023

L'amore dura tre anni

L'amore è una battaglia persa in partenza.
All'inizio tutto è bello, perfino voi. Non riuscite a crederci, di essere così innamorati. Ogni giorno porta il suo leggero carico di miracoli. Nessuno sulla faccia della Terra ha mai conosciuto così tanto piacere. La felicità esiste, ed è semplice: è un volto. L'universo sorride. Per un anno, la vita non è altro che un susseguirsi di mattine assolate, perfino di pomeriggio quando nevica. Ci scrivete dei libri su questo. Vi sposate, il più in fretta possibile - perché riflettere quando si è felici? Pensare rende tristi; è la vita che deve prendere il sopravvento.

Frédéric Beigbeder, L'amore dura tre anni, traduzione di Anna Maria Ferrero, Feltrinelli, luglio 2004
(L'amour dure trois ans, 1997)
Letto nel 2004



Copertina di Giovanni Tagliavini

4 maggio 2023

Il candore di Padre Brown

Fra l'argenteo nastro dell'alba e il verde, luccicante nastro del mare, il piroscafo approdò a Harwich, e ne uscì - come uno sciame di mosche - uno sciame di passeggeri, in mezzo al quale l'uomo che dobbiamo seguire non dava nell'occhio; né egli lo desiderava. Nel suo aspetto non c'era niente di particolare, salvo un lieve contrasto fra la gaiezza festiva di suoi abiti e l'autoritaria gravità del suo viso. Portava una giacca leggiera di color grigio chiaro, un panciotto bianco, e un argenteo cappello di paglia con un nastro grigioazzurro. La sua mgra faccia appariva scura per contrasto, e terminava in una barbetta nera tagliata alla spagnuola, che, per associazione d'ideee, evocava un collaretto dell'epoca elisabettiana. Fumava una sigaretta con gravità di sfaccendato, e nulla rivelava che la sua giacca grigia celava una rivoltella carica, il panciotto bianco conteneva una tessera della polizia, e il cappello di paglia copriva uno dei più poderosi cervelli d'Europa. Era infatti Valentin in persona, il capo della polizia di Parigi e il più famoso investigatore del mondo; e veniva da Bruxelles, diretto a Londra, per eseguire il più clamoroso arresto del secolo.

Gilbert Keith Chesterton, Il candore di Padre Brown, traduzione di Remo Costanzi, BUR n. 717-719, Rizzoli, 1954
(The Innocence of Father Brown, 1911)


3 maggio 2023

Il volo della martora

Il mio primo maestro d’arte è stato il nonno paterno. Era nato nel 1879 e portava i baffi alla Francesco Giuseppe. In gioventù aveva corso la prima Milano-Sanremo, ma non faceva il ciclista di professione: era un venditore ambulante e si trovava da quelle parti per commerciare gli oggetti in legno che lui stesso intagliava. Da Erto andava fino a Milano con una bicicletta molto robusta e munita, davanti e dietro, di portapacchi su cui stavano fissati due cassettoni contenenti le cose da vendere. Il nonno era allenato e concluse la gara. Non mi disse mai con quale piazzamento, forse non lo ricordava.

Mauro Corona, Il volo della martora, I miti n. 273, Mondadori, 9 settembre 2003
(Il volo della martora, 1997)
Letto nel 2003



In copertina fotografia di Romano Magrone

2 maggio 2023

La metamorfosi

Una mattina Gregor Samsa, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato, nel suo letto, in un insetto mostruoso. Era disteso sul dorso, duro come una corazza, e alzando un poco il capo poteva vedere il suo ventre bruno convesso, solcato da nervature arcuate, sul quale si manteneva a stento la coperta, prossima a scivolare a terra. Una quantità di gambe, compassionevolmente sottili in confronto alla sua mole, gli si agitava dinanzi agli occhi.

Franz Kafka, La metamorfosi, traduzione di Anita Rho, supplemento a Europeo n. 18, Rizzoli, aprile 1984
(Die Verwandlung, 1915)
Letto nel 1984



Copertina di David Levine

1 maggio 2023

L'Agnese va a morire

Una sera di settembre l’Agnese tornando a casa dal lavatoio col mucchio di panni bagnati sulla carriola, incontrò un soldato nella cavedagna. Era un soldato giovane, piccolo e stracciato. Aveva le scarpe rotte, e si vedevano le dita dei piedi, sporche, colar di fango. Guardandolo, l’Agnese si senti stanca. Si fermò, abbassò le stanghe. La carriola era pesante.

Renata Viganò, L'Agnese va a morire, Nuovi Coralli n. 23, Einaudi, 1982
(L'Agnese va a morire, 1949)
Letto nel 1982