2 settembre 2023

Pianeta in via di sviluppo

Erano due anni che Alan Green viveva senza speranza. Dal giorno in cui l'astronave si era schiantata su quel pianeta sconosciuto, lui si era rassegnato al destino che il caso e la matematica avevano creato per lui. C'era una probabilità su un milione che un'altra astronave atterrasse su quel pianeta nei prossimi cento anni. Perciò non gli sarebbe servito a niente restare inattivo, in attesa che qualcuno venisse a salvarlo. L'idea poteva essere sgradevole: ma lui doveva rassegnarsi ad accettarla. Gli piacesse o no, avrebbe dovuto restare laggiù per tutto il resto dei suoi giorni, e di conseguenza avrebbe dovuto cercare di cavare tutto il sangue possibile da quella rapa di dimensioni planetarie. E non c'era molto sangue da cavare. Anzi, alla luce di ogni evenienza, sembrava piuttosto che il sangue lo stessero cavando a lui. Poco tempo dopo essere diventato un reietto, un naufrago, un uomo separato violentemente dalla sua cultura e dalla sua razza, era stato anche ridotto in schiavitù.

Philip José Farmer, Pianeta in via di sviluppo, traduzione di Gianni Aimach, Slan Libra n. 2, Libra Editrice, marzo 1977
(The Green Odissey, 1957)



Copertina di Allison

Nessun commento: